CALCIO DI RIGORE

Tu contro tutto e tutti. Tu e il portiere. Un silenzio teatrale. Una scelta che vale più di quanto si possa immaginare. La colonna sonora sono cuori palpitanti che nel silenzio sono percettibili. Gente che spera e tifa affinchè tu faccia la scelta giusta e gente che è lì ad augurarsi tu possa sbagliare. Perchè la vita è così. C’è chi fa il tifo per te e chi magari più celatamente si augura tu possa sbagliare e non farcela.
La vita è un’interminabile serie di calci di rigore. Ti puoi rifare all’esperienze precedenti o a quella dei tuoi compagni per decidere dove tirare, come tirare e quanta rincorsa prendere ma la percentuale di realizzazione resta sempre la stessa. Puoi fintare quanto vuoi ma è un po’ come tentare un bluff giocando a poker con Dio. Devi solo tirare quella dannata palla e sperare perchè puoi essere un fuoriclasse quante vuoi ma ai rigori spesso non basta. Allora “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore” pur sapendo che quell’errore ti farà essere guardato con disprezzo da compagni e tifosi e può darsi che qualcuno non ti perdonerà mai e tu prova a spiegare a un tifoso o a un compagno di squadra deluso che non l’hai fatto apposta. Ebbene si, quanti amici si perdono per degli stupidi errori, quante volte ci si inginocchia davanti a quel dischetto con le mani davanti agli occhi o nei capelli a disperarsi. A volte si resta lì a lungo, anche quando lo stadio si è svuotato e le luci si spengono, a fissare quella porta che a palla lontana sembra così grande. Si è detto che la vita è un’interminabile serie di calci di rigore, è impossibile che li si sbagli tutti.
Intanto sto ancora fissando nel silenzio la porta, poi un sibilio, le luci si stanno spegnendo… BUIO!!!!

https://www.youtube.com/watch?v=__E4pQ3htz0

“Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia. E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori che non hanno vinto mai…” Francesco De Gregori