SOLO (Strada facendo)

Carlo Rubini era un ragazzo sulla trentina. Da poche ore aveva iniziato un viaggio a piedi, solo, con il suo pesante zaino. Aveva deciso infatti di prendere e abbandonare il suo paese perchè stufo di non essere considerato e di sentirsi incredibilmente solo.

“Sono solo! Sono tre ore che cammino e ancora nessuno si è interessato a me” pensava Carlo.

Ad un tratto un uomo di colore gli si avvicinò.

“Ciao fratello. Tra poco piovere. Vuoi comprare ombrello?”

“Non ho soldi”

“Ma tu camminare, tu sudato. Se bagnare tu ammalare se vuoi t’accompagno un pezzo tanto non avere niente da fare”

“Certo che non hai niente da fare, sei un nero” pensò Rubini e rispose con un secco “No, grazie” e accellerò il passo.

Qualche ora dopo un barbone andrò a scontrarsi con lui.

“Dove vai con quello zaino?”

“Alla ricerca di un posto felice”

“Vengo anche io”

“Ci manca di portarmi dietro sto puzzolente rifiuto della società” pensò e con una sgarbata risposta lo mandò al diavolo.

Pochi minuti dopo un uomo con l’aspetto di chi non cura troppo se stesso e sembra dedito all’utilizzo di stupefacenti fermò Carlo chiedendogli se avesse d’accendere.

“No, mi dispiace. Non fumo e comunque sto andando di fretta. Lo zaino comincia a pesare”

“Se vuoi te lo porto io”

“Si certo come no, lo lascio sulle tue esili spalle da fattone” pensò e se lo lasciò alle spalle senza degnarlo di risposta.

Il sole era calato e le forze venivano a mancare. Doveva riposare. Si imbattè in una prostituta che lo vide palesemente stanco.

“Viaggi da molto? Sei uno straccio. Se vuoi riposare lì c’è una panchina. Ti tengo io d’occhio le cose”

“Si certo. Adesso mi fido di una puttana” e pensato ciò la salutò con un freddo cenno del capo e proseguì. Si fermò poco dopo, sfinito, in un prato ai bordi della strada. Si sdraiò, tirò un sospiro e pensò “Sono solo, nessuno si interessa a me” e poi perse i sensi consumato dalla fatica.