LA STAZIONE

Sono fermo nel centro della stazione io ed il mio bagaglio in mano. Intorno a me amici, conoscenti, genitori e parenti, tutti pronti a partire.
Un giovane dall’aria affranta mi si avvicina e mi dice “Compagno ho capito tutto, io. Mi dicono che sono matto ma lo fanno perchè sanno che ho ragione. Qui in questa stazione non sei tu che decidi quando salire sul treno. La tua data e ora di partenza è già scritta. E più sei giovane e più devi aspettare. E mentre aspetti vedi salire gente che conosci. Preferiscono quelli anziani. Certe volte anche i giovani ci salgono ma sono rare eccezioni. E…” ma non fece in tempo a finire il discorso che due energumeni lo portarono via.
Mentre lo strano individuo si allontanava volsi lo sguardo al gruppetto che stava con me. Sembrava esserci meno gente.
Mi sentii picchiare sulla spalla, mi voltai e mi trovai di fronte un signore anziano che mi disse “Il giovanotto di prima ha detto cose giuste. E non è tutto. Ancora più brutto è quando resti da solo in questa dannata stazione ad aspettare che il tuo treno passi e che finalmente il controllore obliteri il tuo dannato biglietto. E solo allora potrai raggiungere quelli partiti prima di te”.
Fingendo interesse mi congedai dallo strano individuo con la scusa di dover salutare un amico che avevo visto passare. Pensai “I matti li incontro tutti io” ma non feci in tempo a pensarlo che l’anziano mi richiamò e mi indicò il treno che stava partendo ed in particolare un vagone “Guarda che c’è qualcuno che conosci che sta partendo, fossi in te saluterei”.
Vidi che il pazzo aveva ragione ma il treno avevo già iniziato la sua corsa “Aspetta, ferma, dove vai?, fa rallentare sto cazzo di treno… Ciao nonna”.
E, rafforzato dallo sciabordio del fiume Brembo vicino, riecheggia il tuo silenzioso ciao.