TEMPO

Viviamo in un’epoca spasmodica. Corriamo sempre, corriamo veloce. Se qualcuno cade deve rialzarsi alla svelta perchè non solo nessuno l’aiuta ma rischia pure di essere calpestato. Corriamo a volte per niente e poi ci lamentiamo che ci manca il tempo per apprezzare le cose. Falsità più assoluta. Il tempo per pensare un po’ di più alla bellezza delle cose l’abbiamo, dobbiamo solo saperlo sfruttare. Quante volte ci troviamo a non saper come passare il tempo e ci attacchiamo al computer, all’IPod, IPad e non sfruttiamo quei momenti di silenzio che si formano intorno a noi. Se ci fermassimo un momento a guardare in un pomeriggio il cielo ci sorprenderemmo a scoprire di quanto è caldo e giallo il sole, ci stupiremmo guardando l’orizzonte di quanto sia immenso e potente il mare, guardando insù di quanto possa essere bello un cielo stellato e di quanto possa incupire un cielo grigio e nuvoloso e guardando dentro di noi quanto sia fantastica la nostra vita seppur non sempre va come vorremmo. E invece tutte queste cose le diamo per scontate, non le sappiamo apprezzare e ci troviamo a venerarle e piangerle solo quando ne sentiamo la mancanza. Ci accorgiamo dell’importanza di un amico quando non c’è più, del caldo tepore del sole quando piove ininterrottamente per giorni e giorni e quanto vogliamo bene a qualcuno solo quando lo sentiamo distante. Non è comunque necessario essere vicini per sentire l’affetto delle persone a noi più care. Basta che per un attimo fermaste i vostri pensieri e anche in questo momento potreste sentire la loro dolcezza e se sentite la loro mancanza guardate verso il cielo magari lo staranno facendo anche loro perché ovunque siamo, quanto sia la distanza che ci separa, la certezza è che siamo tutti sotto lo stesso cielo.

Abbiamo finora ipotizzato di fermarsi un attimo, di ammirare e apprezzare, di mettere in stand by il pensiero. Ma perché limitarsi a quelle frasi precedentemente elencate con il se ipotetico? Possiamo tentare di passare da quel se e da quel congiuntivo a noi tanto antipatico a un futuro indicativo o ancora meglio a un presente? Io farò, io faccio, io dirò, io dico. Alla fine noi abbiamo la possibilità di scegliere, la nostra stessa vita è un insieme di scelte come ho scribacchiato ieri utilizzando la banale metafora dei calci di rigore. Spesso preferiamo evitarle, lasciare che siano gli altri a decidere per noi. “Ma si, così fan tutti. Adeguiamoci”. Quante volte in un negozio ci soffermiamo davanti a dei capi d’abbigliamento e scegliamo quelli che magari ci piacciono meno per il semplice fatto che sono di moda. Quante volte apprezziamo qualcosa o qualcuno ma lo teniamo per noi o addirittura lo rinneghiamo perchè non è un piacere pop. Noi siamo padroni delle nostra vita. Non bisogna aver paura ma dobbiamo fare la scelta che sentiamo più giusta. Il tempo l’abbiamo, fermiamoci e abbandoniamo questi modi spasmodici che stanno segnando la nostra epoca. Oddio, io sono la persona più indecisa e spesso scappo dalle scelte a gambe levate. Quindi dovrei convincermene per prima io. Dovrei staccarmi dal computer, isolarmi e fermare per un momento il fastidioso brulicare dei pensieri. Ecco, mi sto fermando. Ora devo solo gridarlo nel silenzio. IO NON HO PAURA.

“E adesso che non rispondi fa più rumore nel silenzio il tuo pensiero e tu da li mi sentirai se grido -Io non ho paura!-“