Il fiume di parole pronunciate da Dio, comunque, colpì violentemente C. che sembrava barcollante come un pugile a cui hanno assestato il colpo giusto per stenderlo al tappeto ma aggrappandosi alle corde restò in piedi e disse “L’amico me lo sono scelto io, sapevo che non era perfetto. Nessuno lo è. Ma ho sempre trovato nella sua amicizia gioia, felicità e divertimento. E’ stronzo? Bene sarà il mio amico stronzo…”
Dio pensò per un attimo alla sua vita. Era sempre stato solo. Aveva avuto un figlio ma per farlo aveva comunque rifiutato il contatto umano. Utero in affitto e padre scelto tra la schiera di uomini che aveva creato. “Forse è proprio per questo che mi diverto a torturare le mie creature. Forse anche io avrei dovuto cercare di crearmi amicizie e non ritenerle un’inutile perdita di tempo. Sono io che sto torturando la mia creatura o lui che sta torturando me?” ma con questi quesiti l’autore si alzò dalla scrivania e uscì dalla stanza ignorando che in realtà si stanno torturando a vicenda… “Mi devo creare un altro nome così poi fondano un’altra religione e scoppia un’altra guerra, le guerre di ora non mi danno più le emozioni che mi davano all’inizio…”