4-ODIO LE FAVOLE – Ermal Meta

Ti ricordi quand’eri bambino
con i sogni legati al cuscino
ti ricordi quand’eri capace
di sentirti con poco felice
e da un gesto del tutto banale
imparavi che volto avesse, l’amore.

Ti ricordi le notti a parlare
e a incollare la luna nel cielo
con un dito poi farla sparire
come una sposa dietro al suo velo
di sudore, di lacrime a mare
ci sembrava la cura di tutto, il sale.
Per stare bene penso a te
per stare male penso a te e me.

Il futuro era bellissimo per noi
ti volevo bene e forse anche di più
fuoco che non brucia e non si spegne mai
ti manco, non lo so
mi manchi e non lo sai.

Scorre un fiume e assomiglia alla vita
e la nostra sembrava in salita
non è vero, era solo paura
di affrontare la parte più dura
ma per quanto difficile sia
l’ordinario con te diventava, magia.

Il futuro era bellissimo per noi
ti volevo bene e forse anche di più
fuoco che non brucia e non si spegne mai
ti manco e non lo so
mi manchi e non lo sai.

Io ti voglio ancora bene e pure tu
cuore che si stringe e non tradisce mai
e non ricordo come mai non ci sei più
ti manco e non lo so
mi manchi e non lo sai.

Odio le favole
e il gran finale perché
quello che conta è
qualcosa per cui una fine non c’è
non ci credere
se ti dicono che
passerà da se
mi manchi e non lo sai.

Il futuro era bellissimo per noi
io ti voglio ancora bene e pure tu me ne vuoi
sii felice e non dimenticarmi mai
ti manco, non lo so
mi manchi e non lo sai.

Mi hai strappato l’amore di bocca
ma ogni tanto una stronza ci tocca

“Odio le favole” è il pezzo con la quale Ermal Meta ha raggiunto la semifinale del festival per la sezione nuove proposte. Prima di tutto. Chi è Ermal Meta? E’ un artista, d’origine albanese, già noto nel panorama musicale italiano per essere stato Frontman del gruppo “La fame di Camilla”, con cui partecipò a Sanremo giovani 5 anni fa con il pezzo “Buio e Luce” di cui consiglio l’ascolto, e per aver scritto testi negli ultimi anni ad artisti affermati tra i quali Patty Pravo, Renga e Mengoni.

“Ti ricordi…” Il testo inizio con un elenco di ricordi che vuole riportare alla memoria, in questo discorso a distanza, della persona con cui a passato l’infanzia. Riporta alla luce i ricordi da bambini quando era tutto più facile, la scoperta dell’amore e del suo volto e delle prime delusioni e lacrime.

“Per star bene penso a te, per star male penso a te e a me”  Bella questa immagine. Nei momenti di dolore il ricordo dell’amico/a o forse più “Ti volevo bene e forse anche di più” riesce a spazzare le nubi dal cuore ma allo stesso tempo il ricordo di loro insieme che purtroppo solo ricordo rimane lo adombra.

La scelta, in questa settimana della parola FINE, è caduta su questa canzone per la frase che si trova quasi alla FINE del testo.

“Odio le favole e il gran finale perché quello che conta è qualcosa per cui una fine non c’è” Come sempre sostengo non esiste un lieto fine. Quando si parla di lieto fine nelle favole in realtà è una fine della narrazione ma per i  personaggio corrisponde a un nuovo inizio. L’inizio di un nuovo amore, di un’amicizia o la nascita di una famiglia ecc. Quello che conta è veramente è qualcosa che non finisce mai, qualcosa d’interminabile e immenso destinato a finire solo in coincidenza della fine del nostro passaggio terreno.

Ermal Meta è uno degli autori sicuramente più interessanti del nostro panorama. Questo testo è meraviglioso, seppur semplice, per il modo diretto e poetico con cui si rivolge alla persona cara.