LETTERA A UNA FIGLIA CHE NON HO

Mi piace pensare che tu sia qui, di fronte a me ad ascoltare quanto ho da dire mentre mi fissi con i tuoi occhioni verdi e innocenti che forse non hai figlia che non ho. Mi piace credere che parlando con le amiche di me tu possa dire “Mi ha insegnato tanto!”. Mi piacerebbe dirti tutto quello che c’è da dire e farti sapere tutto quello che c’è da sapere e ora provo a farlo con questa penna che ho in mano ed il foglio che sta accarezzando. Non è facile, sono milioni le cose che vorrei tu sapessi…

…vorrei tu sapessi… vorrei tu sapessi diffidare dalle persone che cercano di convincerti che il mondo è dei prepotenti, potenti e insensibili. Tu si sempre umile e disponibile verso gli altri. Quando amici e amiche hanno bisogno di te tu sii al loro fianco, sostienili.

Diffida inoltre dallo stereotipo che sta prepotentemente diffondendosi nell’universo femminile. Una ragazza per piacere non è necessario tenga scoperto ¾ del suo corpo, lasci intravedere l’intravedibile e si dedichi ad atteggiamenti e linguaggi degni di una meritrice vecchio stampo. Simpatia, dolcezza, sincerità ed il tuo sorriso radioso, splendente e contagioso non possono passare inosservati figlia mia, queste sono le cose che devi mettere in mostra. Smettila di guardare con invidia modelle e veline che sculettano in televisione e sono magre e snelle. Mangia, tu che puoi, finché non è sazia la tua fame. C’è gente che si sveglia la mattina affamata e va a dormire la sera affamata non per scelta.

Smettila poi con quei discorsi assurdi del genere “Non mi aspetto più niente dalla vita almeno non rimarrò delusa”. Sogna, insegui i tuoi sogni, lotta per loro. Sicuramente cadrai ma tu rialzati. La vita non è altro che un alternarsi di cadute e risalite. Poi cos’è una caduta? Un cambio di prospettiva e cambiare la visuale a volte è utile. E’ da sdraiati che si gode della bellezza del cielo, delle sue stelle. Ecco, lascia a lui i tuoi dolori, le tue sofferenze, le tue lacrime e una volta buttato fuori tutto rialzati perché questa è un’epoca spasmodica bella mia e se resti a terra ti calpestano.

Sto parlando troppo, è un mio difetto. Vorrei solamente aggiungere che so cosa provavi ogni volta che un mio schiaffo t’investiva. So che a farti più male non era il dolore fisico bensì il fatto di avermi ferito e deluso al punto di arrivare a quel gesto violento. Non mi faceva piacere ma sappiamo entrambi che ti è servito.

Potrei proseguire ma otterrei solo il deleterio risultato di stancarti.

Sappi che io ci sarò sempre quando avrai bisogno di me e spero che tu ci sarai quando sarò io ad avere bisogno.

Ti voglio bene mia cara.

 Il padre che non hai