CORAGGIO

La parola di questa settimana è coraggio. Che si potrebbe collegare alla parola PAURA. Non è coraggioso chi non ha paura ma chi nonostante la paura non si ferma davanti all’ostacolo.

Non esiste un coraggio più importante di un altro. Sono ugualmente coraggiosi il bambino che va in bici senza rotelle per la prima volta, un uomo che sfida la casa in fiamme per salvare una vita, chi si ribella ai sopprusi ecc… L’unica discriminante per il coraggio è la paura, maggiora è la paura provata maggiore è il coraggio mostrato nell’abbatterla.

La paura che ci colpisce quotidianamente è sicuramente quella delle SCELTE. Quante scelte dobbiamo fare ogni giorno. Ci sono quelle più importanti. Corso e indirizzo di studi, università, scegliere l’offerta di lavoro migliore (anche se di questi tempi è utopistico riceverne anche solo una) e qualsiasi altra scelta che indirizza la nostra vita. Tante sono le scelte e anche per questo, statisticamente, sono alte anche le possibilità che qualcuna sia SBAGLIATA. Coraggio è anche rialzarsi e trovare la forza di prendere nuove scelte senza farsi influenzare dagli sbagli del passato.

Coraggio è anche non restare indifferenti, difendere anche chi ha meno diritti di noi o chi se la passa peggio di noi. Coraggio è scendere in piazza perchè vengano riconosciuti diritti civili fondamentali, vigliaccheria è scendere in piazza per il motivo opposto, perchè vengano negati. Coraggio è opporsi al potente. Coraggio è la disobbedienza civile. Coraggio è… ODIARE GLI INDIFFERENTI!

ODIO GLI INDIFFERENTI – Gramsci

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

gramsci3


 

BUON VIAGGIO – Cesare Cremonini

Buon viaggio

Che sia un’andata o un ritorno

Che sia una vita o solo un giorno

Che sia per sempre o un secondo

L’incanto sarà godersi un po’ la strada

Amore mio comunque vada

Fai le valigie e chiudi le luci di casa

Coraggio lasciare tutto indietro e andare

 

Partire per ricominciare

Che non c’è niente di più vero

Di un miraggio

E per quanta strada ancora c’è da fare

Amerai il finale

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Chi ha detto

 

Che tutto quello che cerchiamo

Non è sul palmo di una mano

E che le stelle puoi guardarle

Solo da lontano

Ti aspetto

 

Dove la mia città scompare

E l’orizzonte è verticale

Ma nelle foto hai gli occhi rossi

E vieni male

Coraggio lasciare tutto indietro e andare

 

Partire per ricominciare

Che se ci pensi siamo solo di passaggio

E per quanta strada ancora c’è da fare

Amerai il finale

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Il mondo è solo un mare di parole

 

E come un pesce puoi nuotare solamente

Quando le onde sono buone

E per quanto sia difficile spiegare

Non è importante dove

Conta solamente andare

Comunque vada

Per quanta strada ancora c’è da fare

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Buon viaggio

 

Che sia un’andata o un ritorno

Che sia una vita o solo un giorno

E siamo solo di passaggio

Voglio godermi un po’ la strada

Amore mio comunque vada

Buon viaggio

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CORAGGIO lasciare tutto indietro e andare”… Ci vuole coraggio ad andare avanti, a lasciarsi il passato le spalle, a partire mollando tutto sapendo quello che si lascia ma, come dice il celebre detto, non quello che si trova. Ci vuole coraggio a mettersi in viaggio senza una meta. Ma il viaggio è da sempre, almeno secondo me, la metafora della vita. L’importante non è la meta, che sappiamo tutti a quale meta siamo purtroppo destinati, ma il viaggio appunto. E’ quella la vita. E’ durante quello che vediamo i panorami cambiare, che incontriamo persone diverse, altre persone che viaggiano e persone che vogliono aggiungersi al nostro viaggio e “Share” ovvero condividere. “Non è importante il dove conta solamente andare”  e allora in viaggio. E’ la somma dei cieli che vediamo, dei mari che navighiamo, delle persone che incrociamo, delle stelle che fissiamo, delle stagioni che affrontiamo e delle culture che impariamo che rendono il nostro viaggio magnifico e interessante. CORAGGIO, parti e rendi meraviglioso il tuo viaggio.


 

Coraggio è anche imporsi e lottare contro le ingiustizie. Numerose sono le testimonianze italiane che però passano sottotraccia e che molti probabilmente neanche conoscono. Non si guadagnano i titoloni in prima pagina. Non fanno parte dello show business. Chi è Libero Grassi? Un imprenditore siciliano giustiziato dalla mafia per un suo atto di “resistenza”. Fece pubblicare sul “Giornale di Sicilia” la lettera qui sotto riportata tramite la quale rendeva pubblica la sua volontà di non piegarsi all’estorsione mafiosa (il famoso pizzo) e voleva invitare tutti gli altri imprenditori a fare lo stesso. Fu ucciso il giorno dopo in strada. 

CARO ESTORTORE – Libero Grassi

«Caro estortore,

volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui».

libero-grassi

Altro esempio nostrano di coraggio è quello della signora Stefania Zuccari. Chi è Stefania? E’ la madre Renato Biagetti, un giovane ragazzo di 26 anni ucciso nel 2006 da due fascisti dopo una festa in spiaggia. Una festa Raggae, troppo “rossa” per due nostalgici mononeuroni neri. Otto coltellate che non hanno permesso ha Renato di sopravvivere. Il coraggio di una madre di scrivere invocando a tutti di trovare a loro volta il coraggio per non restare indifferenti davanti a queste violenze. Una lettera scritta a nome del figlio di cui leggeremo qui di seguito.

LETTERA – Stefania Zuccari

Mi chiamo Renato Biagetti. A me i fascisti non fanno paura. Non mi hanno mai fatto paura. Nemmeno quando mi hanno ucciso.
Quelli che mi fanno paura sono quelli che non dicono nulla, non vedono nulla, non sanno nulla. Quelli che ancora pensano che sono ragazzate o che “quelli come me se la sono andati a cercare”. Quelli che dicono che è folklore. Bandiere nere, svastiche, saluti romani. Folklore, come i ballerini con il tamburello o le processioni con il santo con appesi i serpenti. Fenomeni marginali, sacche di delinquenza. Risse tra balordi. Tre righe in cronaca.
Intanto si riscrive la storia. Si mischiano i morti. Si dimenticano cause, ragioni. Io sono morto per loro. Non per voi. Sono morto per loro. E a loro continuo a pensare.
E’ tutto così assurdo. Un brutto film, uno di quelli in cui la sceneggiatura non gira. Eppure in quel film io ci abitavo, come ci abitate voi. Un Paese che ancora non si è stufato delle morti come la mia. Un Paese in cui tutto è normale. Anche morire fuori da una festa di musica reggae. 8 coltellate. Una è stata così forte che addosso mi è rimasto il segno del manico del coltello.
Tutto normale. Anzi normalissimo. Cosa c’è di strano? Si comincia sempre così. Di questo ho paura.

renato

“A me i fascisti non fanno paura” è il grido con chi si apre la lettera. Difficile non aver paura quando ti ritrovi di fronte due individui armati di coltelli. Ma ci sono persone che si nutrono della tua paura, che ci campano, che ci fanno campagne politiche. Allora tu non cascarci, non rassegnarti, non dargliela vinta. Prova a convincerli e a convincerti e grida… IO NON HO PAURA. 

IO NON HO PAURA – Fiorella Mannoia

Ci penso da lontano da un altro mare un’altra casa che non sai

La chiamano speranza ma a volte è un modo per dire illusione

Ci penso da lontano e ogni volta è come avvicinarti un po’

Per chi ha l’ anima tagliata l’amore è sangue, futuro e coraggio

A volte sogni di navigare su campi di grano

E nei ritorni quella bellezza resta in una mano

E adesso che non rispondi fa più rumore nel silenzio il tuo pensiero

E tu da li mi sentirai se grido

Io non ho paura

Il tempo non ti aspetta

Ferisce questa terra dolce e diffidente

Ed ho imparato a comprendere l’indifferenza che ti cammina accanto Ma le ho riconosciute in tanti occhi le mie stesse paure

Ed aspettare è quel segreto che vorrei insegnarti

Matura il frutto e il tuo dolore non farà più male e adesso alza lo sguardo

Difendi con l’amore il tuo passato

Ed io da qui ti sentirò vicino

Io non ho paura

E poi lasciarti da lontano rinunciare anche ad amare come se l’amore fosse clandestino

Fermare gli occhi un istante e poi sparare in mezzo al cielo il tuo destino

Per ogni sogno calpestato ogni volta che hai creduto in quel sudore che ora bagna la tua schiena

Abbraccia questo vento e sentirai che il mio respiro è più sereno

Io non ho paura

Di quello che non so capire

Io non ho paura

Di quello che non puoi vedere

Io non ho paura

Di quello che non so spiegare

Di quello che ci cambierà