FOTOGRAFIA

Il fermo immagine di un attimo. Anzi ancora meglio. La descrizione di un attimo e sono certo che su questa definizione a molti verranno in mente le note della meravigliosa canzone dei Tiromancino scritta da Sinigallia. Non la conoscete? Poco importa.
Parlare di fotografie in un momento in cui a imperversare sono i selfie può sembrare anacronistico. Che poi i selfie sono sempre esistiti ma siccome si chiamavano autoscatti non se li filava nessuno. Ad ogni modo a quante fotografie sono legate le nostre vite? A dire il vero molte di quelle che abbiamo scattato non le riguarderemo mai piú, altre ce le portiamo nel cuore e nella memoria ma sono sicuro che molti di noi hanno delle fotografie che guardano e riguardano. Che fissano fino a consumarle con gli occhi, che inumidiscono con le loro lacrime o sulla quale rispunta un sorriso. Ci sono fotografie che possiamo definire fotoricordo, le fotografie artistiche di stupendi e suggestivi paesaggi, le fotografie delle assenze che ci ricordano persone che sono uscite dalla nostra vita per i più svariati motivi e le foto affettive ovvero quelle che raffigurano le persone a noi care. La tecnologia ci aiuta e possiamo portarle sempre con noi su Ipod, tablet, smartphone e guardarle con gli occhi di chi vorrebbe ridargli vita o al contrario esserci catapultato dentro. Ognuno ha una fotografia a cui magari senza saperlo è più affezionato. Una foto che solo guardandola risente sulla sua pelle il calore di un abbraccio, sulle labbra lo schiocco di un bacio o la spensieratezza di una camminata sulla spiaggia con l’odore del mare o in un prato con il profumo dell’erba. Ecco io ne ho una e me la vado a fissare prima che tra qualche anno, nell’era del selfie compulsivo, mi venga chiesto con stupore “come mai ha dato la macchina fotografica ad altri per farsi la foto?”