IL PUGNO E LA SABBIA

Avete presente quando da bambini, durante le vacanze al mare, si raccoglieva la sabbia in un pugno cercando di farcela restare? No? Evidentemente ero l’unico pirla a farlo o siete stati tutti in vacanza in Liguria tra le spiagge sassose. Ad ogni modo la sabbia non resta nella tua mano, fuoriesce, trova sempre la via di fuga. Allora da infante ingenuo ma insistente ci provi e riprovi. Continui a chiuderla nella mano e ci riprovi e riprovi mollando solo quando cala il sole minacciandola però di tornare il giorno dopo più forte e deciso. Bene, non avete mai provato questa sensazione per le persone e le cose a voi care? No? Sono sempre io l’unico pirla? Spero di no. Ad ogni modo quante volte chiudiamo il nostro pugno per non farle scappare ma le sentiamo scivolare lentamente via? Quante volte riproviamo e riproviamo ma sfuggono? Allora ti innervosisci, sbraiti, urli, sputi cattiverie ma così diventa ancora più difficile serrare con fermezza il pugno e scivolano ancora più velocemente. Eh già… Cose e persone possono anche essere più piccoli di un granello di sabbia a volte ma io chiudo ancora la mia mano. E ancora e ancora. Sia mai che la sabbia si arrenda…
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Non te ne andare, non mi lasciare, stammi vicino non ho che teRiccardo Fogli